Lo Spinoso Sardo

 

Lo Spinoso Sardo costituisce uno dei settori portanti dell’agricoltura di Villasor.
Pezzatura media, compatto, è ottimo sia per il consumo fresco che in cucina.
Si utilizzano anche i gambi liberati dai filamenti.

Sono tenerissimi e particolarmente indicati per le insalate.


ORIGINE
Tradizionalmente la coltura veniva condotta seguendo il ciclo naturale della pianta; una svolta importante fu l’individuazione nelle campagne di Bosa, di un ecotipo Spinoso che consentiva di Cagliari nel 1942-43. Successivamente, attraverso una selezione massale indirizzata ad anticipare e incrementare la poduzione, hanno migliorato questo ecotipo originario da cui è derivato l’attuale Spinos sardo.


PIANTA

Taglia media (80-140 cm di altezza), inserzione del capolino principale circa 50 cm, portamento assurgente, elevata attitudine pollonifera.
Foglie: colore verde, spinescenti, dimensioni medie, frequente eterofillia per la presenza di foglie a limina intera soprattutto nei primi stadi vegetativi, foglie normali lobate o più frequentemente pennatosette.


CAPOLINO
Conico, mediamente compatto, dimensioni h 10 – 13 cm, peso medio 130 – 200 gr., brattee esterne colore verde con sfumature violette, forma allungata e apice appuntito terminante con una grossa spina gialla; brattee interne di colore giallo paglierino con sfumature violette, peduncolo lungo di spessore
medio.


ALTRE CARATTERISTICHE
Cultivar molto sensibile al freddo, mediamente alla botrite; manifesta frequentemente il problema dell’atrofia del capolino, soprattutto laddove venga attuata la tecnica della forzatura e in presenza di alte temperature nel periodo di differenziazione del capolino (vedi capitolo di agrometeorologia).


PRODUZIONE
Ciclo produttivo lungo con inizio raccolta generalmente da metà ottobre (precocissimi) a novembre-dicembre (precoci) per concludersi a gennaio-febbraio (tardivi) con una produzione media per pianta in condizioni ottimali di 6-8 capolini. Verso marzo-aprile si pratica la raccolta del carciofino.


UTILIZZO
Cultivar ottima sia per il consumo a crudo dei capolini e dei gambi di primo e secondo ordine che per il consumo con ricette, per il gusto marcato e inconfondibile. Scarsa l’attitudine alla trasformazione industriale per la insufficiente compattezza dei capolini e la indesiderata formazione di peluria nel ricettacolo. Inoltre le brattee più interne presentano una colorazione antocianica soprattutto nelle produzioni primaverili.